Il Proteus anguinus (Proteo) è un anfibio urodelo (stretto parente delle salamandre e dei tritoni) che vive all’interno delle grotte carsiche di alcuni Stati europei (Bosnia-Erzegovina, Croazia, Italia e Slovenia).
Habitat acquatico ed ipogeo
Il proteo, a differenza di molti altri anfibi, è provvisto di branchie sia nello stadio larvale che in quello adulto (non compie alcuna vera metamorfosi). Questo lo rende fortemente vincolato all’ambiente acquatico. La persistenza delle caratteristiche morfo-fisiologiche della forma giovanile anche nell’età adulta viene detta “neotenia”. Inoltre è l’unico vertebrato troglobio in tutta l’Europa, ossia che ha il suo habitat esclusivamente nelle grotte.
Alcune peculiarità fisiche
Essendo un animale che vive nel buio delle grotte si affida prevalentemente ai sensi dell’udito e dell’olfatto. Gli occhi, sebbene presenti, sono quasi totalmente atrofizzati (completamente ricoperti dalla pelle), probabilmente mantengono solo una lieve sensibilità alla luce.
Caratteristico è il suo aspetto anguilliforme (da adulto raggiunge una lunghezza di 25-30 cm) con zampette molto piccole, la coda leggermente “pinniforme” e la pelle color bianco-rosato (priva di pigmentazione)*.
Come tutti gli animali ipogei di grotta, predilige ambienti ad umidità e temperatura costante, il suo range di tolleranza va da circa 18° a 6° C sopra lo zero.
* Recenti studi, partiti dall’osservazione delle larve e della rarissima sottospecie Proteus anguinus parkelj (il proteo nero della Marca Bianca, una regione della Slovenia), hanno evidenziato come la pelle del proteo, se esposta a fonti di luce persistenti, sia in grado di produrre una certa quantità di melanina e, quindi, di scurirsi gradualmente. Forse un elemento vestigiale, ovvero una “reliquia evolutiva”: caratteristica avente precise funzioni negli antenati dell’animale, ma che nell’organismo odierno ha funzioni minime.
Dieta e metabolismo
Il nutrimento principale del proteo è costituito da piccoli crostacei e molluschi di grotta. Grazie al lentissimo metabolismo e alla capacità del fegato di fungere da cospicuo deposito di lipidi/glicogeno, se necessario può rimanere per lunghissimi periodi senza cibo. Esperimenti controllati hanno dimostrato che in caso di “estrema carestia” può rallentare ulteriormente il suo metabolismo, riassorbire parte dei suoi stessi tessuti e vivere a digiuno fino a 10 anni!
Molto longevo
Il proteo tende ad aggregarsi in gruppi di più individui solamente durante il periodo degli accoppiamenti. Gli esemplari maschi delimitano delle aree come proprio territorio e consentono il libero accesso esclusivamente alla femmine fertili. Questo animale è oviparo, lo sviluppo larvale avviene in circa 4 mesi (come specificato all’inizio non vi è una vera e propria “metamorfosi” di passaggio allo stadio adulto) e la maturità sessuale è raggiunta a circa 12 anni. Con i suoi 60-65 anni di vita media (si stima possa arrivare anche a 100 anni) risulta essere l’anfibio più longevo in assoluto.

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Sopra un esemplare di proteo con visibili i ciuffi esterni (color rosso) delle branchie permanenti, posizionati nella parte posteriore del capo. Il colore bianco rosato della pelle gli ha giovato il soprannome di “pesciolino umano”. Il Proteus anguinus è l’unica specie conosciuta del genere “Proteus” e l’unica della famiglia dei Proteidi che vive in Europa.

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A questo anfibio troglobio venne dato il nome di Proteo (Laurenti 1768) in quanto considerato, erroneamente, un animale metamorfosante.
Nella mitologia greca Proteo era una divinità marina minore, custodiva il gregge delle foche e di altri animali marini di Poseidone (il dio del mare). La sua peculiarità era quella di poter assumere qualsiasi aspetto e forma, sia di animale che di oggetto e/o elemento.