

In questi giorni di caldo anomalo, più confacente al mese di agosto che non di giugno, molti si interroga e si domandano cosa stia succedendo al nostro clima.
Accordo di Parigi
Nel 2015 a Parigi, tutte le nazioni del globo sottoscrissero un accordo per evitare di superare entro il 2050 un grado e mezzo in più della temperatura media terrestre. Tale superamento avrebbe innescato fenomeni meteoclimatici fuori controllo. L’accordo prevedeva di limitare al massimo le emissioni di gas serra in atmosfera attraverso una serie di iniziative, tra cui la riduzione graduale fino all’eliminazione dei combustibili fossili.
Limite raggiunto
Ebbene oggi, giugno 2025, quel limite espresso dagli scienziati a Parigi nel 2015 è stato raggiunto! Ci troviamo infatti a circa un aumento di +1,50 gradi centigradi della temperatura terrestre media. Un’anticipazione drammatica rispetto a quanto si era sperato di non raggiungere nel 2050!
Purtroppo dobbiamo affermare che l’aumento della temperatura terrestre ha profondamente modificato tutti gli equilibri meteoclimatici del pianeta e in particolare quelli del nostro Mediterraneo. Mediterraneo che va riscaldandosi sempre di più rispetto agli altri mari semi chiusi della Terra.
L’Anticiclone della Azzorre e il Mediterraneo
Qui in particolare il riscaldamento dell’atmosfera ha profondamente modificato le nostre estati. Determinando l’allontanamento quasi definitivo dell’Anticiclone delle Azzorre, che nel passato fungeva da barriera contro le torride vampate africane. I vari anticicloni Sahariani o del centro Africa venivano bloccati e questo ci regalava estati calde, ma non roventi, come, invece, si manifestano ormai a da alcuni anno.
Oltre a ciò, sempre “grazie” all’aumento medio della temperatura atmosferica terrestre, l’influenza climatica africana ha ormai raggiunto l’Italia, attestandosi in particolare alla latitudine della Campania. Quindi possiamo affermare che il nostro Paese fa ormai parte del clima del Nord Africa!
Principali ripercussioni negative in Italia
- Aumento della temperatura nel Mediterraneo con l’inevitabile modificazione del pH (acidificazione) e conseguente proliferazione di varie specie tropicali alloctone;
- invasione e risalita del mare presso i delta dei fiumi e lungo i litorali del Veneto, dell’Emilia Romagna e del Lazio (cuneo salino);
- dilaganti incendi estivi per l’aumento della temperatura sulle regioni centro-meridionali;
- frane e allagamenti per le inevitabili “bombe d’acqua” autunnali su un territorio già geologicamente fragile.
Previsione danni economici nel prossimo futuro
- Probabile riduzione del flusso turistico nelle località di mare dell’Italia centro-meridionale;
- spese straordinarie per sostenere i danni causati da disastri climatici (incendi, allagamenti, frane, ecc.);
- costi aggiuntivi in agricoltura per combattere i parassiti, aumentati a causa delle temperature e dell’umidità dell’aria;
- costi sanitari aggiuntivi per nuove patologie correlate al cambiamento climatico;
- abbandono, soprattutto nell’Italia del sud, della produzione di generi agroalimentari non più compatibili con le nuove realtà climatiche;
- spese straordinarie per l’assistenza ai migranti climatici.
Possibili ricadute negative sulla salute umana
- Allergie;
- colpi di calore;
- dermatiti;
- patologie respiratorie;
- patologie cardiovascolari;
- malattie provenienti da ambienti non europei;
- infezioni intestinali;
- altre patologie.
Conclusioni e fattore “T”
In tutto questo il fattore T (Tempo) continua a battere incessantemente secondo dopo secondo. Stando a quanto osserviamo circa l’aumento costante dei gas climalteranti sul pianeta, nutriamo poche speranze che la “Sindrome del pianeta Venere” (effetto serra incontrollato) si possa evitare. Non ci resta, quindi, che prepararci all’inevitabile. In parole povere: ADATTARCI AI CAMBIAMENTI CLIMATICI.
Una cosa però possiamo fare da subito: cercare di non diventare complici di quello che sta accadendo e quindi fare in modo che la nostra impronta ecologica negativa non si aggiunga alle altre!